martedì 14 giugno 2011

Eurogaypride: anti-Vatican!


Credo che ci sia differenza tra il fare una manifestazione per rivendicare i propri diritti sociali e lo sciorinare cartelli offensivi … e anche volgari!, nei confronti di Papa, Vaticano e Chiesa. All’Eurogaypride di Roma c’è stato anche questo! Purtroppo oggi si scambia la libertà di espressione con la libertà d’insulto senza possibilità di replica. E così abbiamo visto sfilare, per le vie di Roma, un lungo corteo che tra le più provocatorie stravaganze, presentava dei cartelli dai più innocui: No Vatican!, all’offesa irriverente che rappresentava Benedetto XVI in mutande con la scritta: Veste Prada ma è amica di satana, o Benedetto XVI con la croce uncinata e la scritta: Nazinger ancora perseguita i gay!. Tra i più offensivi, poi, ce n’era uno con su scritto: L’inferno reale: il Vaticano Guantánamo mentale, o: Vaticano reliquia fascista.
Cartelli di questo genere non sono più l’esternazione di una giusta protesta, ma soltanto violenza verbale gratuita, in questo caso nei confronti del Papa e della Chiesa, avallate dalla presenza nel corteo del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e dal Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini la cui partecipazione “alla manifestazione significa che, oltre a tutto il resto, si fanno proprie le rivendicazioni o le pretese di chi manifesta” (R. Cascioli).
D’altro canto mi chiedo: davvero Ratzinger è da considerare come Nazinger? Davvero la Chiesa perseguita i gay? Forse proprio la Chiesa è la prima paladina, col suo Magistero, dei diritti degli omosessuali.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al numero 2358, così dichiara nei riguardi degli omosessuali: “Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione”. Non mi sembra che queste parole assomigliano a una persecuzione!
Nemmeno si può considerare persecuzione la chiarezza con cui la Chiesa rifiuta i rapporti tra persone dello stesso sesso perché Essa non può venir meno al dettame della Parola di Dio. L’allora Card. Ratzinger, in una lettera ai Vescovi cattolici sulla cura pastorale delle persone omosessuali (1986), rifacendosi alla Genesi così scriveva: “Dio crea a sua immagine e somiglianza l’uomo, come maschio e femmina. Gli esseri umani perciò sono creature di Dio, chiamate a rispecchiare, nella complementarietà dei sessi, l’interiore unità del Creatore. L’attività omosessuale non esprime un’unione complementare, capace di trasmettere la vita, e pertanto contraddice la vocazione a un’esistenza vissuta in quella forma di auto-donazione che, secondo il Vangelo, è l’essenza stessa della vita cristiana”. Questo è il punto di vista della Chiesa che non è imposto a nessuno. Benedetto XVI in un discorso all’ambasciatore del Belgio, del 24 aprile 2010, così diceva: “La Chiesa rispetta la libertà di tutti di pensarla in modo diverso da lei; le farebbe anche piacere che venisse rispettato il suo diritto d’espressione”.
Dunque, vista la posizione della Chiesa, non riesco a trovare una motivazioni a tale feroce protesta!
In realtà si potrebbe andare oltre: in un’intervista apparsa sul sito La bussola Quotidiana, un ex gay, Luca Di Tolve, dall’alto dei suoi vent’anni di militanza attiva, smonta il significato dei Gaypride come manifestazioni per rivendicazioni sociali: “[Europride è] una manifestazione egocentrica, una pura ostentazione, una giornata di folle divertimento. Tutto quello che si fa normalmente nei punti di ritrovo la notte, viene riproposto nelle strade di giorno. Non è, come si vuol far credere, una battaglia sociale, ma solo un mettersi in mostra attorno all’unico elemento di coesione: il sesso. Per capirlo basta accedere al sito di arcigay.it, si trova una serie di locali, sparsi in tutta Italia, con la denominazione cruising, ovvero ricerca e offerta di sesso casuale, anonimo e vario. Nessuna associazione che promuove diritti si sognerebbe mai di organizzare un maxi festino per le strade, tranne i movimenti omosessualisti. Il loro unico scopo è sdoganare un modello di pensiero, negando tutti quelli che lo contraddicono”.
Ora, giudicate voi!